Si può vincere la timidezza?

La timidezza e l’insicurezza sono caratteristiche personali che, se esasperate, rischiano di sconfinare in una situazione patologica vera e propria. Individuare tali peculiarità non è difficile, data l’evidenza delle loro manifestazioni che vengono attivate dal sistema nervoso periferico: dal battito cardiaco accelerato al rossore in viso, dalla bocca asciutta alla sudorazione, dal mal di stomaco al tremore, dall’ansia alla nausea, i sintomi possono essere più o meno intensi e, naturalmente, variare da una persona a un’altra. Dal punto di vista comportamentale, una persona timida nella maggior parte dei casi tende a evitare il contatto visivo e nel corso di uno scambio verbale cerca di non guardare mai negli occhi il proprio interlocutore; più in generale presenta una certa riluttanza a conversare e una forte ritrosia nel dialogare, dal momento che ha sempre paura di trovarsi al centro dell’attenzione e, quindi, di essere bersaglio dei giudizi altrui.

Come si può intuire, nel momento in cui la timidezza e la sensazione di insicurezza superano i confini della normalità può rendersi necessario il ricorso a uno psicologo: a questo proposito, un sito che vale la pena di consultare nel caso in cui si abbia bisogno di un aiuto è psicologo-monzabrianza.it, che permette di entrare in contatto con la D.ssa Loredana Tromboni, specializzata nel trattamento di questi e molti altri disturbi.

Tra le peculiarità che contraddistinguono il modo di agire di una persona timida c’è da segnalare la rigidità dei comportamenti sociali: ogni singola azione tende a seguire l’etichetta ed è estremamente formale, ma anche alle reazioni emotive personali viene applicato un controllo esagerato che non ha alcuna ragione di esistere. In effetti, i timidi e gli insicuri sono convinti di essere poco interessanti e che anche i loro pensieri e i loro discorsi siano inutili.

Insomma, come è evidente chi soffre di questi disturbi di carattere psicologico finisce per chiudersi in sé stesso e per limitare il numero e la qualità delle relazioni sociali, con l’evitamento di qualunque tipo di situazione esterna. Non è detto, comunque, che un timido sia sempre sottomesso: a volte, infatti, la sua reazione si concretizza in un atteggiamento esattamente opposto, e cioè in una forte aggressività, che non per forza è violenta. Insomma, spesso dietro chi vuole sembrare amico di tutti, dietro chi agisce da provocatore o dietro chi cerca la battuta a ogni costo c’è solo una profonda sensazione di insicurezza, un’impressione di inadeguatezza a cui si cerca di ribellarsi.

D’altro canto, a volte i comportamenti compensatori inducono coloro che fuori casa sono timidi e privi di verve a cambiare totalmente attitudine tra le mura domestiche, divenendo prepotenti e autoritari: e anche questo contribuisce a impoverire le relazioni sociali, che diventano complicate anche con i familiari. Si tratta, in conclusione, di blocchi psicologici su cui è bene intervenire, anche per capire e individuare le loro origini e rintracciare i possibili condizionamenti ambientali connessi.